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Elisa,
il tuo nome è come il soffio del vento
fra le rocce,
è il lamento di una conchiglia
innamorata del mare,
è la carezza della risacca,
l'ala di un gabbiano
che sfiora l'aria.
Quando vengo su questa spiaggia
io sento il tuo nome: Elisa.
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Scende nella notte
il silenzio.
Sulla scrivania
la mia mano è un ragno
addormentato.
Nostalgie senza volto
palpitano.
Echi lontani si spengono.
Scende nella notte il silenzio.
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Smembrato in mille parti
respiro il tempo
che passa.
La solitudine mi accarezza
le spalle.
Solo la morte,
mi ha sfiorato fredda
gli occhi.
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Denso è il sentimento
del tempo. Scorre
nelle viscere
una pasta molle.
Una stalattite gocciola
come una vena aperta.
Ti si appiccica
addosso
la tela di un ragno.
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Il tuo respiro si apre
come l'aria profonda e umida,
dopo la pioggia.
La tua anima si allarga
in questa immensità
di montagne.
Bevi la vita da mille
radici nascoste; e
dimentichi di esistere,
esistendo.
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Notte d'amore
Quel corpo sfumato
nella penombra.
Quel sorriso, quegli occhi
attenti.
Quel confondersi di
grigio e bianco.
Quell'aria di soddisfazione,
sulle lenzuola
sfasciate.
Quel dolce torpore
che lento ti prende.
Quel ritrovarsi
nel respiro del sonno.
Quel risveglio
soffice, amico.
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Katia e Paola
Dita sottili
sfiorano le palpebre:
farfalle delicate
che arrossiscono.
Parole dolci, sommesse.
Ritrovare l'infanzia
nell'estasi
di un attimo.
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Una fila di formiche
si arrampica sudando.
Un rumore di martelli
nella fucina indemoniata.
Tossiscono male
gli operai.
Pioviggina sul fumo, fuori.
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Ricordi d'infanzia
passano come cavallini
bianchi.
Il vocio dei bambini,
un pallone rosso
rotola vicino.
La prima gelosia, come
una puntura di spillo.
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Quel vecchio volto che dietro
gli occhiali,
spiava gli uccellini.
La borsa della spesa,
i piedi gonfi dentro le scarpe
sformate.
Aveva la mano bianca
come il pane che stringeva.
Un sospiro... un passero vola via.
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Non ho occhi per pensare,
capelli per ascoltare,
mani per vedere.
Non ho sorrisi di bambini
persi nel vento,
né foglie d'insalata
bagnate dalla rugiada.
Ho solo questa notte buia,
questa notte profonda,
dove cuocio lentamente
la mia solitudine, e dimentico
l'ansia di essere nato.
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Accorsero le nuvole
per vedere quel prato verde,
sorridendo curiose come
scolarette.
Ma, ahimè, si misero
davanti al sole,
ed il prato all'improvviso
si oscurò.
Piansero a lungo le nuvole,
e dalle loro lacrime ora
nascono fiori.
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Angeli
"Dormi piccola mia".
La bambina chiuse gli occhi
e sognò di essere un angioletto rosa.
La mamma, stanca, si alzò;
la sua figura nera contro
il vano della porta,
fu l'angelo della notte.
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Si chinano le punte degli alberi,
l'erba brulica come
una folla impaurita,
attimi di silenzio,
poi un ticchettio d'orologio:
è la pioggia.
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Un uomo primitivo
di fronte al sole,
una goccia d'acqua nel mare,
un bambino nel deserto:
questa la mia mente.
Uno spezzarsi di unghie
che graffiano,
un grido su di un'isola,
una mano senza braccio:
questa la mia volontà.
Solo una lacrima
può sciogliere
la tua pietra, mio Dio.
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